08-03-2022
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La prevenzione cardiovascolare nel post-Covid
La prevenzione delle malattie cardiovascolari richiede l’individuazione di tutti quegli elementi che potrebbero determinare, negli anni, una malattia cardiaca e/o un evento acuto.
Da oltre due anni la presenza di malattie da COVID 19 ha costretto il cardiologo a confrontarsi con eventi cardiovascolari secondari ad infezione da virus capace di modificare rapidamente alcune sequenze RNA producendo varianti in grado, spesso, di superare le difese che il nostro sistema immunitario ancora non riesce a produrre in tempi adeguati.
Ultimamente abbiamo assistito ad un aumento esponenziale di fenomeni cardiovascolari sintomatici e non, come pericardite acuta e miocardite post virale a volte con compromissione della efficienza della pompa cardiaca.
È stato, quindi, recentemente elaborato un protocollo di indagini post-COVID che prevede l’esecuzione di Ecocardiocolordoppler per soggetti con infezione recente, anche asintomatici, nei successivi tre mesi da tampone negativo, integrando con una TAC polmonare se l'infezione si manifesta con sintomi respiratori.
Per i pazienti di età superiore a 35 anni si considera utile l’esecuzione a sei mesi dall'infezione di un test da sforzo massimale con valutazione della pO2 sotto sforzo per valutazione della riserva coronarica.
Il protocollo ecocardio e test da sforzo con ossimetria è, invece, richiesto per tutti i pazienti con pregressa infezione da COVID 19, sintomatici e non, che debbano ottenere l'idoneità per attività sportiva agonistica.
Un eventuale sospetto di miocardite post virale può, altresì, rendere necessaria l’esecuzione di una RMN cardiaca per confermare o meno l'infezione miocardica pregressa, recente o subacuta.
I centri diagnostici ad indirizzo cardiovascolare del Gruppo U.S.I. sono forniti di attrezzature di alta specificità in grado di eseguire tutti i test necessari ad effettuare una corretta diagnosi e prognosi.
Dott. Fulvio Borzillo
Direttore Sanitario
U.S.I. Prati - Via Virginio Orsini, 18