02-09-2024

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Prevenzione

La Risonanza Magnetica Mammaria

Dott.ssa Enrica Moriconi


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Nell'ambito della diagnostica per immagini la Risonanza Magnetica Mammaria (RMN Mammaria) rappresenta una frontiera avanzata e altamente specializzata. Questo esame non fa parte dello screening di routine per il tumore al seno ma viene impiegato su indicazione specialistica per approfondire dubbi diagnostici sollevati dagli esami di primo livello come la mammografia in tomosintesi, l'ecografia mammaria e la visita senologica.

Che cos'è la Risonanza Mammaria

La Risonanza Mammaria, spesso eseguita con mezzo di contrasto endovenoso (MDC), usa il campo magnetico per ottenere immagini dettagliate del tessuto mammario. L’uso del mezzo di contrasto, generalmente il gadolinio, lo classifica come esame invasivo. Eccezione a questa regola è la risonanza mammaria per le protesi, eseguita senza MDC.

Procedura

È fondamentale che la RMN Mammaria venga eseguita su macchinari ad alto campo magnetico (1,5 o 3 tesla). Le risonanze a basso campo (0,5 tesla) o a medio campo aperte (1 tesla) sono indicate solo per lo studio delle protesi e per le pazienti che non possono eseguire la RMN ad alto campo (ad es. pazienti claustrofobiche).

L’esame viene condotto da un tecnico di radiologia specializzato, sotto la supervisione di un medico radiologo-senologo e con la presenza di un anestesista per la gestione della somministrazione del MDC e il monitoraggio della paziente. 

Preparazione e controindicazioni

Nel caso di esame effettuato con mezzo di contrasto (MDC) la preparazione prevede che la paziente sia a digiuno da almeno sei ore e fornisca un esame della creatinina per valutare la funzionalità renale. Questo permette ai medici di autorizzare in sicurezza l’uso del gadolinio.

La RMN Mammaria non è adatta a pazienti con pacemaker cardiaci o impianti ferromagnetici negli espansori mammari, che potrebbero interferire con il campo magnetico. Anche la larghezza del torace o un eccesso di adipe addominale possono limitare l’esecuzione dell’esame, sebbene esistano risonanze con ampie aperture per questi specifici casi.

Come si svolge l'esame

L’esame ha una durata di circa 30 minuti e la paziente deve rimanere sdraiata a pancia in giù, con il seno inserito in cavità apposite nella bobina di risonanza; un tecnico offre supporto tramite video e citofono per qualunque evenienza. Inoltre, per ridurre il disagio causato dal rumore, la paziente indossa delle cuffie e riceve un camice monouso per il comfort.

La RMN Mammaria deve essere eseguita tra il 4° e il 14° giorno del ciclo mestruale dalle pazienti in età fertile per evitare falsi positivi dovuti alla densità della mammella mentre per le pazienti in menopausa non è necessaria alcuna restrizione temporale.

Quando effettuare la Risonanza Mammaria con Mezzo di Contrasto (MDC)?

La RMN Mammaria può essere eseguita con o senza l'utilizzo di mezzo di contrasto a seconda delle esigenze diagnostiche.

RMN Mammaria con Mezzo di Contrasto

  • L'uso del Mezzo di Contrasto nella RMN Mammaria è consigliato in vari casi, tra cui:
  • Monitoraggio di pazienti ad alto rischio: per donne con un elevato rischio di sviluppare tumori al seno, specialmente se presentano mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2;
  • Indagini aggiuntive: per chiarire dubbi emersi da mammografie o ecografie;
  • Pianificazione chirurgica: prima di un intervento chirurgico, per definire l'estensione del tumore e identificare eventuali focolai non visibili con esami tradizionali;
  • Valutazione post-operatoria: nelle pazienti operate per carcinoma mammario, per distinguere tra recidiva del tumore e cicatrici chirurgiche.

RMN Mammaria senza Mezzo di Contrasto

La RMN Mammaria senza Contrasto è utilizzata principalmente per:

  • Studio delle protesi: per controllare l'integrità delle protesi mammarie, sia estetiche che ricostruttive;
  • Identificazione di complicanze relative all’intervento di protesi: per rilevare eventuali rotture intra-capsulari o extra-capsulari, silicomi e contratture protesiche.

In sintesi la scelta tra RMN con o senza Mezzo di Contrasto dipende dalle specifiche esigenze cliniche e diagnostiche di ciascun caso. Consultare un medico specialista è, quindi, fondamentale per determinare l’approccio più appropriato. 

Questo tipo di esame è cruciale per indagare sospetti tumori al seno emersi da esami di primo livello, per lo screening avanzato in pazienti con mutazioni genetiche BRCA 1/2 o per il follow-up di pazienti oncologiche già trattate chirurgicamente. Tale tecnica offre, infatti, una visione tridimensionale e dettagliata, utile per la pianificazione chirurgica e per la valutazione di eventuali recidive e metastasi nei linfonodi ascellari.


Dott.ssa Enrica Moriconi
Specialista in Radiodiagnostica Senologica

Jessica Petrangeli
Giornalista